Chi mi conosce sa che nulla è più lontano da me che essere un’estremista di qualunque natura, perché penso che le energie vadano utilizzate in modo costruttivo nell’interesse di tutti. Detto questo mi accorgo che sempre più spesso viviamo sì in una realtà di crisi economica ma anche di valori morali e “civili”, dove sempre più spesso il fucile è la soluzione del problema.
Questa crisi ci porta a dare sempre più di frequente la colpa di qualunque cosa ad un altro individuo o sempre più spesso agli animali, perché non possono difendersi.
E così vediamo articoli senza fondamento certo, basati solo su UNA testimonianza e mai supportati da foto o altri fatti.
E così vediamo pubblicate sui quotidiani le nutrie che assalgono il cane svenuto sul greto del torrente, una persona che si arrampica su una croce perché inseguita dai lupi, ed ora è il momento dell’orsa che non potendosi difendere viene colpevolizzata di chissà cosa.
Ma poniamoci delle domande: quale madre, vedendo o credendo in pericolo il proprio figlio, non si sarebbe avventata contro un intruso che entra nella propria casa o che al parco si avvicina al passeggino? Chissà cosa realmente è successo nel bosco. Io, da responsabile di un centro, posso dire che ho centinaia di animali portati perché prelevati senza motivo dalla natura causa una base d’ignoranza nella conoscenza del regno animale o nel comportamento dello stesso.
A questo esemplare chiediamo di cancellare i milioni di anni che le hanno formato l’istinto che l’ha fatta sopravvivere, ed essere più rispettosa del mondo urbano che non rispetta il suo habitat. Ma scherziamo? È l’uomo, che si definisce intelligente, che pretende che un orso riesca a riconoscere chi è una minaccia e chi non lo è? O pretendiamo che un’animale impari ad attraversare sulle strisce pedonali quando attraversa una strada e guardi se arriva un veicolo? E se eventualmente una biscia entra in un garage per sbaglio non la uccidiamo perché siamo fobici, è lei che si è sbagliata ad entrare in un garage?
Ma tutte le volte che a sbagliare siamo noi cosa ci dovrebbero fare?
Poi questa orsa è stata introdotta con uno scopo e per un progetto (Life Ursus): invece di braccarla chi è responsabile del progetto dovrebbe difenderlo con i denti senza perdere di vista l’obiettivo iniziale, e non pensare ad un suo fallimento. Sì, perché la cattura o l’abbattimento della stessa sarebbe un fallimento di tutta la società civile che ancora una volta non ha saputo trovare altra soluzione del fucile o chiuderla in gabbia. Ed incominciamo ad educare la gente che ama la natura alla convivenza con certi stupendi animali patrimonio di tutti che, visto il loro territorio sempre più ristretto, si avrà sempre più spesso la fortuna d’incontrare.
E per questo il Centro il Pettirosso, con i propri volontari e mezzi, offre la propria collaborazione per aiutare a far sì che l’orsa non sia un problema ed il progetto un fallimento.
Piero Milani, Responsabile del Centro fauna Selvatica il Pettirosso